Oltre la crisi, per i diritti dell’infanzia: la conferenza annuale 
della European Early Childhood Education Research Association (EECERA) a Bologna

 

Lucia Balduzzi

 

Dal 29 agosto al 1 settembre avrà luogo a Bologna la XXVII edizione della Conferenza Internazionale della European Early Childhood Education Research Association (eecera), una delle più importanti società scientifiche che associa docenti universitari e professionisti che si occupano di ricerca nel settore dell’educazione della prima infanzia. L’eecera si propone di promuovere la riflessione scientifica, la disseminazione e i risvolti applicativi della ricerca educativa nell’ambito dei servizi 0-6 e delle politiche per l’infanzia, incoraggiando l’esplorazione di nuovi paradigmi, metodologie, concettualizzazioni e applicazioni operative nell’ambito dell’educazione e cura dell’infanzia. È uno dei congressi scientifici più importante in Europa, che attira ogni anno fino a 1000 delegati (ricercatori accademici, decisori politici, educatori e insegnanti) provenienti da tutto il mondo e costituisce dunque un’eccezionale occasione di dibattito sui temi dell’educazione e cura dell’infanzia, oltre ad essere un luogo privilegiato per sviluppare nuove collaborazioni di ricerca per coloro che vi partecipano.

Abbiamo scelto come titolo del convegno “ECE beyond the crisis: Social Justice, Solidarity and Children’s Rights” (I servizi per l’infanzia oltre la crisi: Giustizia Sociale, Solidarietà e Diritti dei Bambini) perché crediamo che proprio in questo momento di grandi cambiamenti sociali in Italia, così come a diverso titolo in tutta Europa, sia necessario riflettere e ribadire con forza i valori sui quali, come accademici, ricercatori, insegnanti ed educatori, pensiamo e vogliamo affrontare e rispondere alle crisi che ci troviamo ad affrontare. Quando ci riferiamo alla crisi in atto non pensiamo solo al versante economico: le crisi che abbiamo di fronte sono plurime e fortemente connesse, basti pensare a quella sociale e politica che caratterizza molti paesi e, ancora, a quella umanitaria che oggi ha assunto proporzioni ed urgenze forse mai così imponenti nella storia dell’umanità. In un suo recente articolo Peter Moss, commentando proprio questa situazione, ci ricordava che «le molteplici crisi che stiamo affrontando ci obbligano a rivedere radicalmente le proposte e il modo stesso di pensare l’educazione a partire dalla riformulazione dei valori fondanti, degli approcci e delle prassi» (We cannot continue as we are: the educator in an education for survival, Contemporary issue in Early Childhood, 11 (1), march 2010, p. 8).

Per chi insieme a me stava iniziando il lavoro di organizzazione della Conferenza, le parole di Peter Moss sono risuonate come un richiamo alle nostre responsabilità – come accademici e ricercatori impegnati nel lavoro con i bambini, le famiglie, le comunità locali – per riportare al centro del dibattito in campo educativo quei valori che, fin dai primi sviluppi del sistema educativo, hanno rappresentato allo stesso tempo le radici e l’orizzonte di senso entro il quale si collocano le scelte politiche, la progettazione pedagogica così come le linee guida operative nel campo dei servizi per l’infanzia. Di qui la necessità di ribadire la centralità della giustizia sociale come “utopia realizzabile” anche attraverso l’educazione; la solidarietà come scelta di metodo che attribuisce dignità e valore a tutti gli attori coinvolti; i diritti dei bambini a richiamo del dover essere non solo ideale ma anche normativo entro cui realizzare i percorsi dell’educazione, in prospettiva democratica e partecipativa.

Come stimolo e guida alla discussione ed alla riflessione abbiamo invitato, in qualità di keynote speakers, Susanna Mantovani, Michel Vanderbroeck, Susan Grieshaber, Paulo Fochi e Joanna De Sousa; la call for paper ha avuto grande successo a riprova dell’urgenza percepita da molti di trovare spazi di discussione e di confronto rispetto ai temi individuati. Consapevoli delle difficoltà, crediamo però che le sfide cui siamo richiamati, in Europa così come nel nostro paese, debbano essere nutrite di ricerca scientifica, di stampo empirico così come teorico; speriamo dunque che gli esiti della Conferenza ci possano offrire importanti spunti ideali ed operativi per realizzare quel cambiamento che, ritornando a Foucault, crediamo urgente ma anche possibile.

 

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Infanzia, n. 2 aprile-giugno 2017

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