Fabio Comunello, Eraldo Berti

 

Il fango è una materia plasmabile che invita il bambino al piacere del gioco, ma suscita anche orrore perché è sporco e informe. Sono però due facce asimmetriche perché nel primo caso si tratta delle sensazioni corporee connesse con l’oggetto “fango”, mentre nel secondo ci si pone ad un grado di astrazione associando alle sensazioni corporee una serie di connotazioni culturali negative e di giudizio. Il bambino nella dimensione spontanea e naturale del gioco entra in rapporto col fango sulla base di una interazione psicomotoria carica di pensiero e di azione, di scoperta e di emozione. Il fango crea una sorta di “ambiente di apprendimento” attivo.

 

Parole chiave: fango, psicomotricità, gioco, apprendimento

 

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Infanzia, n. 4 ottobre-dicembre 2018

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