Concetto generale di benessere

 

Alessandra Farneti

 

Sempre più spesso alle insegnanti di scuola dell’infanzia arrivano richieste da parte di genitori che vorrebbero avviare i bambini all’apprendimento della lingua scritta. Il mercato editoriale produce sempre più testi rivolti a bambini dai 3 ai 5 anni nei quali sono proposte attività, se non quando esercizi veri e propri, di prelettura e prescrittura.

Il tema del benessere è oggi di grande attualità in molti campi di ricerca. È stato, infatti, dimostrato che la qualità della vita (nelle sue componenti soggettive ed oggettive) si può migliorare con opportuni strumenti (Delle Fave, 2007).

La psicologia positiva, introdotta da Seligman (2002, 2006), ha portato l’attenzione sul tema della felicità ed ha aperto la strada a numerose iniziative e centri di ricerca internazionali.

Se la psicologia e soprattutto la psicopatologia si sono dedicate a scoprire e a curare le cause del malessere e dell’infelicità, Seligman ha ribaltato la prospettiva, sostenendo che ora bisogna dedicarsi a capire che cosa rende felici, studiando tecniche e strategie comportamentali per aiutare le persone normali! Secondo Seligman è possibile anche insegnare l’ottimismo e aumentare il benessere psicologico attraverso semplici esercizi. Esistono, sia in Italia sia all’estero, numerose associazioni e centri che promuovono corsi per imparare ad essere più socievoli, a sviluppare pensieri positivi, a migliorare l’intelligenza emotiva, ad aumentare la propria produttività, a ridimensionare le aspettative verso il futuro centrandosi sul presente ecc.

Anche se bisogna mantenere un adeguato distacco scientifico ed impegnarsi nella ricerca sperimentale per verificare la veridicità di certe affermazioni forse un po’ troppo entusiastiche, è pur vero che ormai esistono numerose prove che è possibile sviluppare competenze per migliorare la percezione soggettiva della realtà e agire, indirettamente, anche sullo stato generale di salute (Meazzini, 2007).

Sono molti i fattori del benessere e della felicità ed è difficile generalizzare, anche perché le variabili individuali sono così tante che è quasi impossibile stabilire delle regole generali che valgano per tutti: il contesto in cui si vive, le esperienze pregresse, lo stato di salute, l’età ecc… possono facilitare o rendere impossibile lo stato di benessere. Un’altra variabile molto importante è la capacità di resilienza, che è legata alla personalità del singolo: sappiamo benissimo che alcuni si disperano per un nonnulla e che altri riescono a sopportare e a superare dolori indicibili.

Tuttavia è necessario che, pur nei limiti di queste variabili, si cerchi di costruire un mondo in cui ciascuno possa sentirsi a proprio agio, in cui i bambini crescano con una buona percezione di Sé e possano usufruire di un ambiente confortevole e ricco di stimoli.

Il compito principale resta ovviamente della famiglia ma la scuola non deve sottrarsi alle proprie responsabilità, colpevolizzando i genitori e spostando l’attenzione per non vedere i propri limiti.

I bambini vivono oggi molte ore della loro giornata fuori di casa: cominciando dai più piccoli che frequentano il nido, fino agli adolescenti e ai giovani, l’ambiente scuola è quello in cui si vive di più. Per questo diventa sempre più importante renderlo accogliente e sano, sia dal punto di vista architettonico che dal punto di vista delle relazioni.

Già nel 2007 il Ministero della Pubblica istruzione ha stilato un documento in cui si esplicita che la scuola ha come sua priorità il benessere degli studenti e ha evidenziato alcuni elementi fondamentali:

… All’interno di questo quadro di funzioni e di compiti che riempiono di significati l’autonomia trovano piena cittadinanza i percorsi formativi che mirano a promuovere nella scuola situazioni di benessere, di agio e di motivazione che si traducono in comportamenti consapevoli e responsabili nell’ambito delle seguenti aree di intervento:

  1. Promuovere stili di vita positivi, contrastare le patologie più comuni, prevenire le dipendenze e le patologie comportamentali ad esse correlate;
  2. prevenire obesità e disturbi dell’alimentazione (anoressia e bulimia);

  3. rispettare e vivere l’ambiente per una migliore qualità della vita;

  4. promuovere e potenziare l’attività motoria e sportiva a scuola per essere sportivi consapevoli e non violenti;

  5. promuovere il volontariato a scuola;

  6. sostenere la diversità di genere come valore (sessualità, identità, comunicazione e relazione);

  7. accogliere e sostenere gli studenti con famiglie straniere, adottive e affidatarie;

  8. promuovere la cultura della legalità ed educare alla cittadinanza attiva in Italia e in Europa anche attraverso lo studio della nostra Costituzione. Prevenire e contrastare il bullismo e la violenza dentro e fuori la scuola;

  9. prevenire gli incidenti stradali attraverso la conoscenza delle regole di guida e il potenziamento dell’educazione stradale;

  10. promuovere il corretto utilizzo delle nuove tecnologie.

(Giuseppe Fioroni, Prot. n. 1958/DGS)

 

L’apprendimento e l’acquisizione di conoscenze, dunque, non devono diventare l’unica meta dell’insegnamento anche se restano fondamentali. È noto, del resto, che solo se possiamo sviluppare al meglio tutte le nostre potenzialità potremo apprendere e far tesoro di ciò che impariamo.

Uno degli aspetti più importanti della conoscenza è proprio la consapevolezza dei propri ed altrui processi cognitivi ed emotivi e sappiamo che tale competenza si sviluppa lentamente dalla nascita in poi e si raggiunge solo alla fine dell’infanzia.

 

Il benessere a scuola

Il benessere a scuola, come del resto in ogni ambiente specifico, è il risultato di molte variabili che incidono sulla qualità della vita:

  • buone condizioni architettoniche e spazi adeguati sia interni che esterni;
  • buone relazioni fra adulti, fra adulti e bambini, fra bambini;

  • preparazione, formazione permanente e sostegno degli insegnanti;

  • validi ausili per potenziare le capacità di adattamento dei singoli individui al loro ambiente;

  • possibilità di acquisire competenze e attivare i processi cognitivi e di apprendimento, individuando e sperimentando tecniche specifiche sia per i normo-dotati sia per i diversamente abili;

  • creare un ambiente divertente, in cui si possa sviluppare il pensiero divergente e creativo attraverso tutte le possibili forme di gioco.

È evidente che sono necessarie molte competenze diverse perché la scuola possa diventare un ambiente in cui è piacevole vivere, insegnare e apprendere: solo con l’interdisciplinarietà fra le diverse scienze sarà possibile proseguire in un cammino che già vede molti progressi e molte diverse sperimentazioni positive.

In questo nucleo della rivista, vogliamo dunque proporre alcuni argomenti che riteniamo cruciali per un buon clima scolastico, in cui sia possibile dare a tutti l’opportunità di una formazione completa, sia dal punto di vista cognitivo, sia dal punto di vista affettivo-relazionale.

Negli articoli successivi, partendo da due brevi lavori sul disagio e il burnout, verranno messe in luce alcuni fra i possibili fattori che possano aiutare a migliorare il clima emotivo in classe: dalla strutturazione degli ambienti, alla pratica della meditazione, ad una maggiore consapevolezza cognitiva e metacognitiva, da alcuni suggerimenti che ci vengono dalla pedagogia montessoriana, all’uso consapevole delle nuove tecnologie, all’attenzione all’umorismo e all’auto-ironia, ecc.

 

Bibliografia

Argyle M., The psychology of Happiness. London, Routledge, 2001.

Delle Fave A. (a cura di), La condivisione del benessere. Il contributo della psicologia positiva, FrancoAngeli editore, Milano, 2007.

Meazzini P., Ottimismo e felicità, Giunti, Firenze, 2007.

Seligman M., Authentic Happiness, Brealy, London, 2002.

Seligman M., Learned optimism, Vinte Book, New York, 2006.

 

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Infanzia, n. 3 luglio-settembre 2019

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