A cura di Nadia Bertozzi

Pedagogista, P.O. Responsabile Unità Famiglie, Comunità e Partecipazione del Comune di Forlì, Responsabile del Centro per le Famiglie della Romagna Forlivese 

Michela Schenetti

Professoressa Associata di didattica e pedagogia speciale, Dipartimento di Scienze dell’Educazione, Università di Bologna

 

Il mondo educativo naviga sempre verso grandi sfide, a volte verso orizzonti ideali, interrogandosi costantemente su quali siano gli strumenti e le strategie funzionali a raggiungere gli obiettivi più importanti. Il tema dei primi mille e più giorni è una di queste grandi sfide.

Come emergerà dai contributi che seguono sono disponibili tante evidenze scientifiche, oltre a un’ampia letteratura di ambito pedagogico, che confermano (se ancora ce ne fosse bisogno) le ampissime potenzialità di questo periodo di vita e quanto sia possibile effettivamente incidere, modificare o indurre un cambiamento anche laddove emergano prime vulnerabilità. Anche il mondo dei Servizi 0/6 può concorrere a qualificare questo processo che prima affianca i futuri genitori e poi i neo-genitori insieme ai propri piccoli e che conseguentemente incide sul benessere e sulla crescita di una comunità.

Questo percorso di mille e più giorni vede lavorare fianco a fianco professionisti del mondo sociale, sanitario e educativo che attraverso interventi e strumenti di lavoro diversi concorrono a raggiungere importanti finalità comuni. Possiamo ritenere senza timore di smentita che molte di queste collaborazioni, ancora poco esplorate, rappresentano ambiti di innovazione su cui sperimentarsi.

Accoglienza, capacità di ascolto, grande attenzione alla relazione sono patrimonio comune di educatori, insegnanti e coordinatori pedagogici dei Servizi per l’Infanzia e sono strumenti fondamentali non solo nel rapporto con le bambine e i bambini ma anche per l’affiancamento e il sostegno dei nuovi nuclei familiari. I temi della triade, dell’attaccamento, della co-costruzione di competenze e saperi, della valorizzazione delle competenze dei bambini piccolissimi, così come l’attenzione a favorire il protagonismo e l’autostima dei diversi protagonisti in un processo di crescita, sono temi quotidiani per il mondo educativo così come lo sono negli interventi proposti dai Centri per le Famiglie (CpF). Essere un ingranaggio di un percorso che riguarda la prevenzione, l’investimento precoce, la promozione del benessere familiare è un obiettivo sfidante anche per il mondo degli educatori, degli insegnanti e dei coordinatori pedagogici che possono uscire dai propri servizi zerosei per affiancare altri professionisti nella relazione con le famiglie ma anche e soprattutto farli conoscere e aprirli a chi ancora non li frequenta. Per farlo occorre che la conoscenza parta dagli operatori e che la comunicazione tra i diversi servizi sia sostenuta e ricercata in modo continuativo. E questo è il senso di questo focus di approfondimento. Conoscere il sistema dei servizi zerosei offre ai CpF l’opportunità di guidare la scelta delle famiglie, sostenendone l’ingresso nella comunità educativa e, contemporaneamente, conoscere i servizi, i progetti e le opportunità offerte dai CpF offre ai servizi educativi preziose opportunità di aggiornamento e la possibilità di non sentirsi soli nell’accogliere e sostenere le fragilità che ciascun nucleo familiare porta con sé. Un processo di andata e ritorno quindi orientato al sostegno delle diverse competenze professionali e all’innovazione del sistema. In questa sfida che riguarda il benessere delle famiglie e le migliori opportunità di crescita per bambine e bambini, infatti, l’approccio multidisciplinare è una dimensione fondamentale: le diverse competenze e proposte arricchiscono il ventaglio di opportunità per i genitori, concorrono a definire una cornice di senso comune e promuovono la cultura dell’infanzia. Questo permette indubbiamente di raggiungere esiti più rilevanti in termini di efficacia, a parità di spese, e di garantire una maggiore protezione a tutti protagonisti (operatori inclusi), riducendo anche il ricorso a medicalizzazioni, spesso sintomo di un limitato lavoro di squadra, che rischiano di stigmatizzare più che far evolvere situazioni vulnerabili.

Essere parte attiva di una rete di riferimento verso la quale orientare i genitori, una rete che è anche risorsa per i diversi professionisti è una scelta dirimente per un territorio. L’approccio interdisciplinare può essere previsto dalle prime fasi progettuali, includere alcuni percorsi formativi, aiutare a definire indicatori e strumenti di valutazione e può permettere di gestire situazioni problematiche ma anche cambiamenti inattesi per affrontarli insieme (come è emerso, ad esempio, nella gestione della recente situazione pandemica). Non può mancare – nella prospettiva che i contributi indicano – una rete Interistituzionale territoriale che condivide una visione globale rispetto al tema e utilizza gli esiti come occasione di confronto e miglioramento. I Servizi 0/6 sono luoghi di prevenzione e di investimento precoce molto qualificati; insieme a Centri per le Famiglie, Servizi Sociali e Servizi Sanitari territoriali e ospedalieri e alle migliori risorse del Terzo settore possono affrontare efficacemente situazioni difficili.

I CpF sono un valore aggiunto nella rete cittadina; sono una risorsa preziosa per genitori, bambini, operatori e favoriscono il benessere collettivo attraverso progetti che promuovono relazioni fra famiglie, tra associazioni e mondi diversi. Alcune analisi effettuate dallo staff regionale evidenziano quanto è ancora possibile per i Servizi 0/6 contribuire a questi interventi, con alleanze e collaborazioni stabili, piuttosto che occasionali, con progettazioni più integrate, con occasioni formative comuni, ponendo più attenzione alla valorizzazione di saperi e competenze diversi che arricchiscono tutti i professionisti coinvolti, svolgono una funzione contenitiva, qualificano e innovano.

I progetti e i contenuti proposti nei CpF della Regione Emilia-Romagna nei primi mille giorni possono incidere sulla professionalità di un insegnante di scuola dell’infanzia, di un educatore di Nido, di un Centro Bambini e Genitori o Piccolo gruppo educativo? I Servizi 0/6 come possono contribuire a questo periodo di vita così straordinario, ricco di potenzialità e creatività oltre che di fragilità?

Siamo sicure che i contributi che seguono potranno aprirci nuove e sfidanti prospettive.

 

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Infanzia, n. 2 aprile-giugno 2022

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