8,33€ all’ora è quanto guadagna un’educatrice di nido (uso il femminile perché l’educazione 0-6 è un ambito lavorativo occupato in Italia al 99% da donne), il suo stipendio base è poco più di 1200€ al mese per 30 ore settimanali di attività frontali con l’utenza, i bambini nella prima infanzia. Essendo un settore in cui operano diversi gestori, pubblici e privati, è possibile che ci siano alcune differenze, che non cambiano il quadro di riferimento generale.

Salendo nei gradi scolastici si può vedere che nella scuola dell’infanzia l’insegnante è occupato per 25 ore settimanali con i bambini e lo stipendio base è circa 1300€, nella primaria sono 22 le ore e 1400€ lo stipendio, nella secondaria 18 ore e 1500€. Sono dati che si trovano consultando vari siti internet dedicati ai profili della professione di educatore e insegnante, anche nel confronto con altri Paesi europei, da cui emerge che l’Italia è sotto la media degli standard retributivi europei di queste professioni, soprattutto nel confronto con i Paesi con cui siamo soliti misurarci anche su altri ambiti: la Germania, la Francia.

Va da sé che le 25ore dell’insegnante di scuola dell’infanzia, 22 di primaria ecc. non esauriscono il monte ore lavorativo; a queste ore vanno aggiunte quelle di riunioni, colloqui, programmazione, aggiornamento. Lo stesso vale per l’educatrice di nido, che oltre alle 30 ore con l’utenza è impegnata per un certo numero di ore in attività collaterali ma importanti sul piano della qualità del servizio e della sua professionalità. Ma su questo monte ore le realtà sono molto diverse…

Ciò che emerge è una progressione direttamente proporzionale nel rapporto fra grado scolastico e retribuzione, inversamente proporzionale nel rapporto fra ore di lavoro frontale con l’utenza e la retribuzione; in altre parole, dal nido alla scuola secondaria, lavorando meno si guadagna di più.

Inoltre, tutti coloro che lavorano nel sistema educativo, dal nido alla scuola secondaria, hanno una formazione universitaria, seppure con qualche differenza. Chi guadagna di più significa che “vale di più”; per rimanere in questo comparto professionale qualcuno è in grado di dimostrare che una professionista che lavora con bambini di 2-3 anni ha una responsabilità e deve esprimere una qualità di lavoro educativo inferiore e meno gravosa di chi lavora nella scuola a qualunque grado? Sulla eventuale “qualità della didattica” come giustificazione nulla si può dire, visto che gli/le insegnanti non vogliono essere valutati/e. Dunque, tutti uguali.

Torniamo a quegli 8,33€, la retribuzione oraria di un’educatrice di nido: come la vogliamo considerare? Io la trovo indecente a fronte della qualità professionale che viene richiesta a chi svolge questo lavoro, e che richiede che vi siano verifiche. Possibile che le educartici non si sollevino di fronte a questa indecenza? A cosa servono i sindacati? Proviamo a pensare se alla riapertura dei servizi per l’infanzia qualcuno proponesse una serrata dei nidi, perché 8,33€ all’ora è una paga indecente per questo lavoro. Scoppierebbe un bel problema sociale!

Nel frattempo il Governo e il Parlamento hanno approvato l’istituzione dell’Albo professionale degli educatori, tutti contenti per questo “riconoscimento”.

Contenti, contente loro…

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